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Greenwashing e bugie verdi: la strage silenziosa degli alberi nelle nostre città

La strage silenziosa del verde urbano.

Negli ultimi anni, in troppe città italiane, stiamo assistendo a una vera e propria strage silenziosa: alberi adulti e sani vengono abbattuti con motivazioni spesso generiche, quando non pretestuose, e sostituiti da fuscelli fragili, piantati in fretta per “fare numero”, ma destinati nella maggior parte dei casi a non sopravvivere.

È un paradosso tutto italiano: mentre il mondo discute di cambiamento climatico e isole di calore, noi tagliamo i nostri migliori alleati contro l’inquinamento e il degrado urbano.
Ogni albero adulto abbattuto rappresenta una perdita ambientale irreversibile — un patrimonio naturale cancellato in poche ore, che richiederà decenni per essere recuperato, se mai lo sarà.

Dietro la motosega: burocrazia e superficialità.

Dietro molti interventi di “riqualificazione” o “messa in sicurezza” si nasconde spesso una logica burocratica e superficiale, incapace di valutare scientificamente lo stato reale delle piante e il loro valore ecosistemico.

Non si pianificano manutenzioni, non si aggiornano i censimenti arborei, non si investe sulla cura preventiva.
Così la motosega diventa la scorciatoia, e i viali alberati si trasformano in corridoi di cemento.

Ma un albero non è un arredo urbano sostituibile: è un essere vivente, parte di una comunità ecologica e della memoria collettiva. Ogni platano, pino o quercia custodisce decenni di storia, regala benessere e ospita biodiversità.

Greenwashing: la retorica che sostituisce la realtà.

Mentre nelle città aumenta il consumo di suolo, si moltiplicano convegni e campagne dal tono mirabolante.
Si parla di “transizione ecologica” e “città verdi”, ma nella realtà si continua a cementificare.
È la strategia del greenwashing: costruire un’immagine “green” mentre il verde vero scompare.

Fortunatamente cresce la consapevolezza civica: comitati, associazioni e cittadini chiedono trasparenza e dati reali sugli abbattimenti e sui nuovi impianti. È un segno di speranza, ma le istituzioni devono rispondere con azioni concrete.

Applicare davvero la Legge 10/2013.

La Legge n. 10 del 2013 — che disciplina la tutela e la gestione del verde pubblico e privato — deve essere modificata e  diventare finalmente obbligatoria e sanzionabile.
Ogni abbattimento va motivato, documentato e compensato in modo reale, non solo sulla carta.
Servono censimenti aggiornati, piani del verde e una pianificazione pluriennale di cura e sostituzione graduale.

Qualità, non quantità.

Basta numeri a caso: serve qualità, non quantità.
Non bastano annunci di migliaia di nuovi alberi se non si garantisce la loro sopravvivenza, la crescita e la funzione ecologica.
Ogni albero messo a dimora deve essere curato, monitorato e seguito, come un investimento nel futuro.

La verità del verde.

Il patrimonio arboreo delle città italiane è un bene comune e un’eredità da proteggere.
Serve una presa di coscienza collettiva, ma anche una volontà politica forte che traduca l’indignazione dei cittadini in norme, controlli e responsabilità amministrative.

Ogni albero salvato è una battaglia vinta per la salute, il paesaggio e le generazioni future.
La tutela del verde urbano non è una moda: è una questione di civiltà, responsabilità e verità.

Marco Visconti
Presidente del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico

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About Marco Visconti Giornalista

"Marco Visconti, giornalista e figura storica della destra romana. Oltre 30 anni di impegno politico, amministrativo e ambientale nella Capitale." “Da sempre al servizio del territorio, Marco Visconti è giornalista, ex amministratore romano e oggi protagonista della politica ambientale nazionale.”

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