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Che fine ha fatto la vergogna?

Foto Grillo di Corte

Quando la notizia tace e la coscienza dorme.

Silenzi, complicità e indifferenza: quando ciò che è sotto gli occhi di tutti resta invisibile.

Una volta, raccontare i fatti era una missione.
C’era chi cercava le notizie con rigore, chi verificava ogni fonte prima di parlare.
Se si fosse data una notizia falsa, sarebbe stato uno scandalo.
Ci si chiedeva: “Ma la notizia dov’è?” — e se fosse uscita altrove, sarebbe bruciata.

Oggi, invece, la notizia non fa più notizia.
Nell’era dei clic, contano le visualizzazioni, non la verità.
I titoli non corrispondono più al contenuto: servono solo ad attirare.
I numeri salgono, la qualità scende. E con essa, la credibilità.

Ma ciò che fa più rumore è il silenzio.

Un silenzio spettrale cala su certi temi, proprio quelli cari a chi da sempre si definisce ambientalista.
Ci sono amministrazioni che parlano di trasparenza mentre, nei fatti, gestiscono il territorio con scelte opache e contraddittorie.
Organizzano convegni, firmano protocolli, scrivono post entusiasti — e poi, nei fatti, agiscono in modo ben diverso da ciò che dichiarano.
I dati vengono diffusi senza basi solide. Nessuno verifica. Nessuno chiede conto.
I comitati, un tempo ascoltati, oggi vengono ignorati, screditati, persino minacciati.
E colpisce soprattutto l’omertà di chi ha sempre avuto voce, penna e spazio.
Quelli che un tempo denunciavano tutto, oggi non vedono, non sentono, non parlano.
Non se a sbagliare sono “i loro”.

La cosa più insopportabile è il silenzio delle più note firme dell’ambientalismo tradizionale:
sempre pronte a puntare il dito sugli altri, ma mai — mai — sui propri “compagni di squadra”.
Anche di fronte a scempi oggettivi, sotto gli occhi di tutti, che segneranno per decenni il futuro dei loro stessi figli.

E qui entrano in gioco anche alcuni cosiddetti esperti:
non solo fanno da parafulmine alle critiche, schermando amministrazioni e poteri forti,
ma spesso diventano protagonisti del silenzio, scegliendo cosa raccontare e cosa ignorare.
Anche stakeholder acritici e compiacenti contribuiscono, mentre le responsabilità sembrano scivolare altrove.
Tutti presenti, nessuno colpevole.

Chi dovrebbe raccontare i fatti spesso sceglie invece quali fatti raccontare.
Chi dovrebbe fare domande, spesso si limita a rilanciare veline.
Chi dovrebbe vigilare, spesso giustifica, copre, protegge.
Si diventa schermi. Si diventa alleati.

E a quel punto, diventa legittimo chiedersi:
Che fine ha fatto la vergogna?

La vergogna è un freno morale.

È quella voce silenziosa che ci ricorda i limiti, che ci trattiene dal superare la linea tra giusto e sbagliato.
Quando una società perde la vergogna, perde anche il senso del limite.
E quando il limite scompare, tutto diventa possibile: menzogna, abuso e indifferenza.
Scompare la misura. Scompare la coscienza.
E con essa, la dignità.

Avete smarrito una cosa importante nella vita di un uomo: la vergogna.
Ed è così che alcuni, un tempo scomodi e necessari, si sono trasformati:
da grilli parlanti a grilli di corte.

 

Marco Visconti

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About Marco Visconti Giornalista

"Marco Visconti, giornalista e figura storica della destra romana. Oltre 30 anni di impegno politico, amministrativo e ambientale nella Capitale." “Da sempre al servizio del territorio, Marco Visconti è giornalista, ex amministratore romano e oggi protagonista della politica ambientale nazionale.”

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