Emergenza pini: l’insetto è letale, l’inerzia devastante
Cos’è la Toumeyella parvicornis e perché è pericolosa
La Toumeyella parvicornis, nota come cocciniglia tartaruga del pino, è un insetto infestante che attacca principalmente i pini domestici (Pinus pinea), simbolo del paesaggio italiano.
Originaria del Nord America, è arrivata in Italia nel 2014, in Campania, per poi diffondersi fino a Roma nel 2018.
Questo parassita si nutre della linfa degli alberi, indebolendoli rapidamente e portandoli, in molti casi, alla morte.
Ritardi e sottovalutazioni: un danno annunciato
La comparsa della Toumeyella in Italia richiedeva un intervento rapido. Invece, per anni si è rinviato, sostenendo che l’endoterapia — uno dei trattamenti più efficaci — non fosse idonea o autorizzata.
La realtà ha dimostrato il contrario: dove cittadini e professionisti hanno agito subito, i pini si sono salvati.
I numeri parlano chiaro:
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- Due cicli di endoterapia costano fino a 180 €
- L’abbattimento e lo smaltimento di un pino adulto superano gli 800 €
Pini, storia e pregiudizi politici
Negli anni, la questione si è spostata su un piano ideologico. Alcuni hanno sostenuto che i pini non siano specie “autoctone” e che, essendo stati piantati anche in epoca fascista, non meritino tutela.
Un pretesto per giustificare abbattimenti di massa, mascherando la mancanza di un vero piano di gestione del verde urbano.
La mobilitazione contro la cocciniglia tartaruga del pino
Di fronte all’inerzia delle Istituzioni, cittadini, associazioni e agronomi hanno lanciato petizioni, esposti e campagne di sensibilizzazione.
Solo dopo queste pressioni, alcune Regioni e il Governo hanno elaborato protocolli di intervento.
Purtroppo, il ritardo ha portato alla perdita di interi filari e pinete urbane, con gravi conseguenze paesaggistiche e ambientali.
Un piano che sarebbe servito fin dall’inizio
Per fermare la diffusione della Toumeyella parvicornis sarebbero servite misure chiare:
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- Trattamenti tempestivi obbligatori
- Controlli e sanzioni per gli inadempienti
- Smaltimento immediato e corretto dei residui infetti
- Messa a dimora pini in Pinete Storiche e centri storici, valutando caso per caso
La mancanza di queste azioni ha permesso al parassita di diffondersi in modo incontrollato.
Perché salvare i pini urbani conviene a tutti
Difendere i pini non è solo una questione estetica: significa proteggere la salute pubblica, combattere il cambiamento climatico e preservare un simbolo del nostro Paese.
Benefici concreti:
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- Riduzione delle temperature urbane: da 3 a 5 °C in estate; fino a 19 °C in meno sull’asfalto.
- Miglioramento della qualità dell’aria: rimozione di ozono, NO₂, SO₂, CO e PM10, oltre al sequestro di CO₂.
- Salute e benessere: meno stress, malattie respiratorie e cardiovascolari; più socialità e qualità della vita.
- Protezione dai raggi UV: prevenzione di patologie cutanee e oculari.
- Valore culturale: i pini caratterizzano il paesaggio italiano da secoli, molto prima del Novecento.
Conclusione
Tutte fandonie: i pini fanno parte del nostro paesaggio da secoli e sono patrimonio culturale italiano.
Forse il problema è che i pini non si quotano al metro quadro: ecco perché gli abbattimenti sono così facili e le misure di tutela così scarse.
Perché un pino curato in tempo guarisce, e la malattia perde vigore.
Ma questa è un’altra storia. O forse è sempre la stessa, all’italiana.
Giornalista