Senza scelta, non c’è valore
Senza scelta, non c’è valore.
La scelta è l’atto più politico che ci resta. E non è mai neutra.
Chi non sceglie, rinuncia.
Anche se non lo sa. Anche se fa finta di nulla.
Rinuncia a contare. Rinuncia a cambiare. Rinuncia a valere.
Scegliere non è un gesto qualunque.
È il punto esatto in cui la libertà smette di essere parola e diventa azione.
Ma per scegliere davvero, c’è una condizione semplice e scomoda: informarsi bene.
E qui si ferma la maggior parte delle persone.
Per stanchezza. Per abitudine. Perché tutto sembra uguale.
Perché nessuno sembra migliore.
Perché l’ordinario, alla fine, non fa paura.
Ma è proprio l’ordinario il nemico più pericoloso.
Quello che non si vede. Quello che si lascia fare.
Quello che anestetizza, spegne, ruba il futuro giorno dopo giorno.
Quando ti abitui all’ordinario, smetti di pretendere.
Smetti di reagire.
Smetti di scegliere.
Ed è lì che perdi valore.
Proprio per questo ora è il momento di scegliere.
Adesso che sembra inutile.
Adesso che tutti si adeguano.
Adesso che il silenzio è più comodo della voce.
Perché chi sceglie rompe il ritmo.
Rovescia lo schema.
Cambia la rotta.
Allora basta.
Stop alla resa all’ordinario.
Stop al consenso automatico.
Stop al like facile.
Stop alla fiducia regalata a chi non la merita.
Alziamo il livello.
Del dibattito. Della politica. Della cultura pubblica.
Di quello che ascoltiamo. Di quello che chiediamo.
Di quello che siamo disposti a difendere.
Non è solo una questione politica.
È una questione personale.
Chi sei, lo dimostri in ciò che scegli.
Tutto il resto è rumore.
